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L'aerospaziale campano contro il «divide et impera»

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19 NOVEMBRE 2009

Luigi Iavarone
Presidente del consorzio che raggruppa 15 aziende

Dici Sud e pensi subito al sottosviluppo. E poi scopri, con un po' di sorpresa nordista, che c'è un reticolo di piccole imprese meridionali ad alta specializzazione che operano sui mercati internazionali e che trovano il coraggio di allearsi. La Società aerospaziale mediterranea, consorzio di imprese con sede operativa a Casoria (Napoli) ne è un esempio. Luigi Iavarone guida il consorzio nato nel 1998, «una delle prime aggregazioni nate nel settore a tecnologie avanzate come l'aerospaziale: rappresentiamo 15 piccole imprese con un totale di 1.065 addetti e un fatturato complessivo che nel 2008 ha superato i cento milioni. E mi piace sottolineare che nella ricerca e sviluppo sono stati investiti 10 milioni circa».
Offerte commerciali integrate e ricerca di nuovi clienti, che in questo settore sono rappresentati da big come Boeing, Airbus, Bombardier, Nasa o Esa, difficili da contattare da soli, impossibile trattare senza essere schiacciati. «Il consorzio - spiega Iavarone - ci permette di presentarci ai grandi clienti con offerte integrate. Ogni azienda mantiene la sua specificità, ma insieme siamo in grado di presentare un qualcosa di più completo. Diventiamo piccoli partner per fornire e sviluppare nuovi sistemi».
Inoltre il consorzio agevola la possibilità di accedere a nuovi mercati «con costi più bassi perché ripartiti tra più aziende».
Quindici imprese, la gran parte con imprenditori di prima generazione «e questo è significativo perché in genere c'è più apertura a fusioni e aggregazioni quando subentrano i figli o i nipoti dei fondatori».
C'è la Vulcanair, fondata nel '98 e che ha rilevato gli asset di Partenavia, la Tecnam, classe 1986, specializzata in piani di coda, pannelli di fusoliera e costruzione di ultraleggeri, la Magnaghi aeronautica, la più "vecchia", fondata nel 1936, che partecipa a molti progetti internazionali (come l'Efa e il Tornado), specializzata in sistemi idraulici e di atterraggio, la Geven, 30 anni di esperienza, poltrone e interior design, la Salver, del '70, che produce parti rivettate per lA380, la Metal Sud, dieci anni di attività nel pretrattamento e verniciatura di parti metalliche, la Marotta At, componentistica meccanica di precisione, Tecnospazio, esperta in modelli matematici per progettazione e prototipi di componenti, la Mechanical Techologies, attrezzature oleodinamiche in lega leggera, la Foxbit, fondata nel 1985, centro di ricerca per progettazione e produzione di strutture elettromeccaniche, la Axitude, 2004, strumentazioni avioniche, la Carlo Gavazzi space, media azienda con 180 ingegneri e fisici, prime contrastor di sistemi e sottosistemi satellitari, la Technosystem, componenti elettronici per applicazioni spaziali, la Nuova avio riprese, fondata nel '99, specialista nel settore aerototogrammetrico, e la Tecno in, società di ingegneria per attrezzature di prova e sistemi di controllo.
Il bilancio del consorzio è stato positivo, anche se non sono mancati problemi: «In questi anni abbiamo avuto serie difficoltà con Finmeccanica, che voleva privilegiare il rapporto diretto con le singole aziende.Una politica di respiro corto, in contrasto con le esperienze di altri gruppi. Per esempio la Fiat a Melfi ha privilegiato gli accordi nell'indotto, richiedendo parti sempre più complesse e preassemblate. Finmeccanica no. Solo negli ultimi periodi ha cambiato atteggiamento, comprendendo tardi che le aggregazioni tra fornitori rappresentano un vantaggio competitivo per tutti».
Ora, avverte Iavarone, bisogna accelerare: «Dobbiamo fare un salto di qualità, con aggregazioni sempre più strette. Servono fusioni, per liberare le enormi potenzialità di queste imprese. Ma occorre fare attenzione: una somma di debolezze non fa una forza. Bisogna muoversi prima che, per colpa della crisi, si arrivi al capolinea, altrimenti tutto il discorso diventa inutile. Anzi dannoso. Per questo servono aiuti subito».

19 NOVEMBRE 2009
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